Dopo aver pubblicato nei giorni scorsi due brevi racconti Sogno d’estate e Diario Segreto risalenti agli anni novanta, oggi completo l’amarcord narrativo  pubblicando una breve poesia (o meglio una serie di pensieri scritti in un qualcosa di simile ad una poesia) scritta verso la fine degli anni novanta. Sono passati molti anni, ma adesso come allora ció che noto come prima  cosa in una donna è il sorriso, negli occhi, nel cuore e sul volto.

Saper sorridere (non ridere, la differenza è sostanziale) è un pregio che hanno solo le persone che sanno parlare ed ascoltare col cuore.

Un giorno mi hai sorriso (Goccia di Rugiada).

A te,
fresca goccia di rugiada,
giovane ragazza… non ancor donna,
un giorno ti ho incontrata,
ti avevo visto altre volte,
non sapevo chi eri e non mi interessava,
ma quel giorno tu hai alzato gli occhi verso me,
e io verso di te,
mi hai sorriso,
e io per la prima volta ti ho visto,
sei arrossita,
e mi sono accorto di essere…
innamorato di te.

Ora sono triste,
tormentato da questo amore,
questo mio amore per te,
fresca goccia di rugiada,
un’emozione difficile da descrivere,
misteriosa e unica,
come una goccia di rugiada che svanisce ai primi raggi del sole,
così il sentimento che mi lega a te,
indimenticabile e fresco,
come la rugiada del mattino,
semplice e destinata a scomparire,
ma pronta a riformarsi il mattino seguente,
ancora più forte di prima.

Saprei attendere, fresca goccia di rugiada, o sparirai ai primi raggi del sole?


Questa la poesia completa. Ora qualche spiegazione sul nome e sull’ultima frase della poesia.

Perché rugiada? Per sottolineare la freschezza e la rarità: la rugiada si forma durante la notte (e questo parafrasando vuol dire durante i primi anni di vita) dal nulla e dopo i primi raggi di sole svanisce. Nell’ultima frase quel “saprai attendere o svanirai ai primi raggi di sole del mattino” vuol dire: saprai attendere che io mi dichiari a te, saprai attendere quello che si prospetta come un amore, come un’amore della tua vita e della mia vita, o ti butterai nelle braccia del primo che capita, “i primi raggi di sole”, il primo ragazzo che sembra possa offrirti più di quello che posso offrire io, ma che in realtà sarà in seguito solo una delusione, come il sole che asciuga la rugiada.

Perché goccia? perchè è un qualcosa di unico, di raro: non esistono due gocce uguali; l’insieme Goccia di Rugiada rappresenta pertanto un qualcosa di prezioso, unico e raro.

Non ho mai saputo se quella ragazza ha gradito questo soprannome, abbastanza originale anche se non sono di certo stato l’unico ad usarlo. 

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