Sfruttiamo ogni giorno la tecnologia offerta dalla rete internet, ma nonostante questo ci lasciamo sedurre dal sentito dire e lo trasformiamo subito in pettegolezzo e poi, senza neppure rendersene conto vista la facilità di fare un click (Quante sono le persone che pensano o si informano prima di premere ‘condividi’ o ‘mi piacè  quando trovano qualcosa?), lo trasformiamo in propaganda.

Propaganda:  azione che tende a influire sull’opinione pubblica e i mezzi con cui viene svolta. è un tentativo deliberato e sistematico di plasmare percezioni, manipolare cognizioni e dirigere il comportamento al fine di ottenere una risposta che favorisca gli intenti di chi lo mette in atto. La propaganda utilizza tecniche comunicative che richiedono competenze professionali, nonchè l’accesso a mezzi di comunicazione di vario tipo, in particolare ai mass media, e implicano un certo grado di occultamento, manipolazione, selettività rispetto alla verità. I messaggi possono arrivare a implicare diversi gradi di coercizione o di minaccia, possono far leva sulla paura o appellarsi ad aspirazioni positive.

Definizione tratta da Enciclopedia Treccani – http://www.treccani.it/enciclopedia/propaganda/

 

Alla domanda ‘Dove hai trovato queste informazioni?’ la risposta è ‘Le ho trovate su Internet’ come se il solo fatto di essere presente su una qualsiasi pagina web possa dare autorevolezza alla notizia e/o la certezza che quanto riportato sia vero. Se si trattasse di innocue e semplici bufale non ci sarebbero problemi, perchè appena scoperta la verità ci si farebbe una bella risata. Ma non si tratta di bufale ma di manipolazione vera e propria che ha terreno fertile in quanto sfrutta le debolezze umane (quali la paura, la rabbia, il senso di inferiorità, il senso di esclusione sociale), sfrutta la pigrizia (che bello avere la ‘pappa pronta’) e lusinga con il ‘senso di appartenza’ (condivido perchè faccio parte anche io del gruppo, faccio sentire la mia voce…) con il solo scopo di favorire l’intento di chi con grande maestria lo ha messo in atto. E questo intento non è quello di diffondere la verità o un proprio pensiero, ma è quello di ottenere un qualcosa di concreto a proprio esclusivo vantaggio e a svantaggio di altri. Si tratta di vera e propria propaganda, e per combattere la propaganda basta solo un pò di intelligenza e di impegno.

Se vent’anni fa stampavo un qualcosa su un pezzo di carta e l’avessi diffuso dicendo che quanto scritto è riportato dalla ‘carta stampatà, anche se tecnicamente non era una bugia (avevo effettivamente stampato della carta – quindi ‘carta stampatà), non mi avrebbero giustamente dato credito in quanto mi avrebbero chiesto quale ‘carta stampatà, quale rivista, quale quotidiano, quale giornalista ha scritto tale notizia e, a seconda della successiva risposta (bollettino di un associazione, quotidiano a tiratura nazionale), avrebbero iniziato a dare credito oppure no a quanto riportato. Ma questo ancora non era sufficiente, in quanto per confermare una notizia doveva essere riportata da autorevoli e differenti fonti.Per quale motivo oggi non dovrebbero valere le stesse regole? Il blog di tizio davvero ha lo stesso peso di un sito istituzionale? L’edizione on-line di un autorevole quotidiano ha lo stesso peso di un commento di caio su di un social network?

Abbiamo a disposizione degli strumenti che ci permettono di verificare direttamente alla fonte le notizie da altri riportate, ma non lo facciamo per pigrizia, perchè costa fatica e tempo informarsi, mentre non costa nulla fare un click su ‘condividi’.

E le notizie ‘trovate su Internet’ – senza preoccuparsi se corrispondano a verità – vengono propagandate nella vita di tutti i giorni: sono quelle che io definisco ‘chiacchere da bar’, che non hanno mai una fonte certa e unica se non quella del ‘sentito dirè. Se da bambini era divertente giocare al ‘telefono senza fili’ e ci si divertiva perchè quello che diceva la prima persona non corrispondeva a quello che riportava l’ultima persona, ora non è per niente divertente.

Il telefono senza fili (talvolta detto anche telegrafo senza fili) è un gioco di società infantile noto in gran parte del mondo.I partecipanti devono disporsi in fila. Uno dei giocatori inizia il gioco bisbigliando una parola o una frase all’orecchio del suo vicino. Questi deve ripetere la stessa frase al prossimo giocatore, e cosi via fino all’ultimo della fila, che ripete la frase ad alta voce. Il divertimento deriva dal fatto che la frase riportata dall’ultimo giocatore è spesso molto diversa da quella di partenza, a causa del combinarsi e sommarsi di errori successivi di interpretazione.

Definizione tratta da Wikipedia – http://it.wikipedia.org/wiki/Telefono_senza_fili

E’ davvero cosi’ impegnativo verificare una notizia? E se ci impegnassimo a non diffondere quelle notizie che non abbiamo verificato di persona? E se ci impegnassimo a non esprimere un giudizio su un qualcosa che non conosciamo, su un argomento per il quale non siamo sufficientemente preparati?Se chiedo lo schema elettrico di alimentatore per Arduino, probabilmente sono poche le persone che sono in grado di darmi una risposta, in quanto è necessario sapere cosa sia uno schema elettrico, sapere come è fatto un alimentatore e sapere cosa è Arduino. Una persona che conosce i primi due argomenti (schema elettrico e alimentatore) potrebbe aiutarmi sfruttando i servizi offerti dalla rete internet informandosi attraverso una ricerca mirata a capire cosa è Arduino. Chi conosce bene l’argomento mi chiederebbe anche quale modello di Arduino voglio alimentare visto che hanno tensioni differenti (e non vorrei bruciarlo). Ricevuta la risposta verifico che il circuito possa funzionare e dopo averlo realizzato, farei una ulteriore verifica della tensione di uscita prima di collegarlo ad Arduino.

Ma allora perchè quando si tratta di altri argomenti, molto piu’ complessi e articolati, le persone si credono preparate? Perchè non si fanno queste stesse verifiche?

Ora un altro esempio: se sono io invece a pubblicare lo schema elettrico di un alimentatore per Arduino dove volutamente ho cambiato il valore di alcuni componenti (in modo tale che eroghi una tensione che fulmini lo stesso Arduino), e tante persone lo condividessero senza verificarlo (vuoi perchè non hanno le conoscenze tecniche, vuoi perchè non vogliono perdere tempo) pensando di diffondere una notizia vera e utile agli altri, cosa succederebbe? Probabilmente qualcuno realizzerebbe quell’alimentatore e se non molto esperto si troverebbero con il proprio Arduino fulminato. Ma chi ha condiviso quello schema senza verificarlo, non pensava forse di aiutare la diffusione di Arduino? E cosa ha ottenuto invece?

Proprio l’effetto contrario, ovvero la distruzione di tanti Arduino. Ma allora perchè queste persone, anzichè lasciarsi abbindolare, abbagliare dalla propaganda, non mettono in azione il loro cervello facendo delle ricerche mirate a trovare la fondatezza del ‘sentito dire’?

E se non hanno tempo o non sono in grado di fare queste ricerche, perchè non evitano di diffondere tali notizie?Possibile che non ci si renda conto che una notizia non verificata può fare l’effetto contrario di quello che in apparenza propone?

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