Oggi per prendere in giro un mio amico che sosteneva determinate teorie sulle vie delle strade, ho appeso questo cartello lungo tutti i corridoi dell’università. è stato un successone tanto che persino il professore di ANALISI 1 prima di iniziare la lezione ha detto che non si applica questo teorema

The binghe Teorem of the name of Street.
Tratto dal libro: ‘Binghe: The natural name of street’.

Teorema: Le strade cittadine che hanno nomi di città sono riunite nel cosiddetto Cantone del Binghe; ogni città ha uno ed uno solo Cantone del Binghe.
Qualora esistano vie distanti dal Cantone del Binghe, queste devono soddisfare il seguente postulato: se la Cantonata del Binghe è orientata verso Est (per cantonata si intende il vettore che ha origine nel baricentro ponderato del Cantone del Binghe e che punta verso il centro della via in esame), allora la direzione maggioritaria ha il verso del luogo che è indicato nel nome; in tutti gli altri casi la direzione è il Nord, come stabilito dalla convenzione del Binghe.

Dimostrazione: Il teorema è una classica-neolatina dottrina autodimostrante del tipo 2*.

Esempio: Nella città di Trento il Cantone del Binghe è delimitato dalle vie: viale Trieste – viale Verona – via Vicenza – via Asiago; è uno ed anche unico. Per il secondo postulato: via Brennero – via Bassano, hanno (ovviamente) la direzione maggioritaria, nel senso di percorrenza scelto in modo tale da soddisfare il teorema, rispettivamente rivolta verso il Brennero e verso Bassano.

Testi di riferimento:
‘Binghe: The principal number of the street’ :
Dimostrazione del perchè le vie hanno sempre il numero civico 1
‘Binghe: The secondary number of the street’:
Discussione sul fatto che parecchie vie hanno anche il numero civico 2
‘Binghe: The revolution of the street – 2 tomi’: Studio sull’esistenza di piazze e corsi. Perchè esistono i corsi? Non bastavano le vie?

Note:* Esistono tre tipi di teoremi autodimostranti:
Tipo 1: Quello che parte dalle conclusioni per arrivare a concludere che dette conclusioni risultano ampiamente dimostrate se nel dimostrare la veridicità di queste si tiene conto che il teorema risulta già concluso, quindi dimostrato in partenza (si è infatti partiti dalle conclusioni).
Tipo 2: Quello implica il presupposto che il teorema sia vero, quindi non necessita di dimostrazioni; è inutile discutere di un teorema che tutti sanno che è vero (perchè il teoremista ha sempre ragione, quindi è inutile dire il contrario), ovvio, no?
Tipo 3: Tutti quei teoremi che pretendono di dimostrare assurdamente l’assurdità della non assurdità del teorema, quindi dimostrando che il teorema non è valido, dimostrano in realtà che risulta valido se l’assurdità totale risulta maggiore o tuttalpiù uguale a zero.

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