A volte capita di vivere delle strane e particolari avventure in questo mondo che all’apparenza è globalizzato e standardizzato ma che nella realtà dei fatti è composto da tanti piccoli tasselli di puzzle che non sono fatti per incastrarsi l’uno con l’altro. E questo ho potuto sperimentarlo in prima persona proprio martedì scorso quando a pochi chilometri dal confine è iniziata la mia segregazione  in questo paese extracomunitario.

Tutto è iniziato martedì 9 settembre più o meno alle ore 10 ed è terminato giovedì 11 settembre alle ore 17 per un totale quindi di 55 ore.

E per queste 55 ore sono stato isolato, lontano da amici, parenti, colleghi, conoscenti. Ti ho incuriosito abbastanza?

Non è un racconto di fantasia ma solo il resoconto in breve di quanto mi è successo. Ora lo racconto in modo leggermente differente per far comprendere cosa effettivamente è successo.

Martedì 9 settembre alle ore 10 ho attraversato il confine tra l’Italia (Como) e la Svizzera (Chiasso) per raggiungere uno dei clienti presenti in territorio elvetico.

A qualche chilometro dal confine noto sul vivavoce dell’auto che il cellulare non prende piu’ , ma non è una reale sorpresa ma piuttosto una conferma di quanto sospettavo. A fine agosto infatti l’azienda tramite email mi ha comunicato che cambiavano il piano delle SIM aziendali e tra le tante frasi usate per descrivere il nuovo piano una mi aveva lasciato un po’ perplesso ed era quella che riportava che le SIM nascono bloccate al traffico voce e dati internazionale.

Quando l’avevo letto non avevo detto nulla, ma appena saputo dell’esigenza di andare in Svizzera per lavoro avevo chiesto delucidazioni senza però ottenere in tempo delle risposte (mi hanno risposto quando ero già in Svizzera e pertanto impossibilitato a leggere le risposte).

E cosi per i tre giorni di permanenza in Svizzera sono rimasto isolato dal resto del mondo, senza ricevere telefonate, ricevere e scrivere email, utilizzare la rete internet per comunicare. Segregato per 55 ore come riportato nel titolo di questo post (etimologicamente segregare vorrebbe dire separare dal gregge, isolare un individuo dalla comunità di cui fa parte tenendolo isolato da questa ed è proprio quello che è successo a me).è stata una sensazione molto strana per chi come me è abituato a scrivere e ricevere email lavorative col BlackBerry e a ricevere ed effettuare decine di chiamate al giorno; una sensazione strana ma tutto sommato anche piacevole, concentrazione massima sul lavoro che dovevo fare e niente stress da parte di clienti o colleghi , quasi come fossi andato in vacanza… al lago.

Mi è sembrato di tornare indietro nel tempo all’inizio/metà degli anni 90 quando ancora non si conosceva internet e la telefonia mobile era un lusso riservato a pochissime persone e devo dire che in effetti mi ha fatto tornare un po’ di nostalgia per i cari vecchi tempi dove invece che scriversi email ci si scriveva lettere cartacee, dove invece che far suonare il cellulare, si andava sotto casa degli amici e si suonava il campanello, quando ci si incontrava nelle piazze e non nelle chat…. eh i beh vecchi tempi di quando avevo vent’anni.

Arrivato in albergo si è accentuata la sensazione di essere tornato indietro nel tempo visto il vecchio edificio (storico se volete – ma preferisco vecchio) e l’arredamento della stanza. Stanza hotel a Tesserete – notare il lavandino separato dal loculo del bagno.

 

Ma la sera la sensazione di essere tornato indietro nel tempo l’ho avuta ancora piu’ forte quando pagando il conto del ristorante con carta di credito il ristoratore ha preso la vecchia (ma per lui unica) macchina da ricalco del codice della carta di credito ed ha compilato a mano il resto dei campi. Ah certo che il microchip di ultima generazione, la crittografia avanzata del circuito MasterCard e tutto il resto falliscono miseramente con questo metodo di pagamento.Dopo cena un giretto nei dintorni per mantenere il peso forma raggiunto ultimamente (oibò anche quello e quello di vent’anni fa… che sia veramente ritornato indietro nel tempo?) e a scattare qualche foto serale e notturna per non perdere l’abitudine.

Hotel a Tesserete – la mia stanza è quella a sinistra al secondo piano

Per tre giorni sono stato irreperibile e devo dire che sono stati in tanti a cercarmi visto che appena rientrato in Italia il cellulare ha iniziato suonare all’impazzata scaricando molti sms di clienti e colleghi che mi hanno cercato oltre a centinaia di email (non tutte solo per me fortunatamente) alle quali domani mattina risponderò.

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