Sono trascorsi 30 anni dai miei esami di maturità.

Una foto scattata in classe – 5 Ambra B A.S. 1992-1993

Era il giugno del 1993 quando assieme ad altri sedici compagni di classe della quinta Ambra B e agli studenti di altre due sezioni (A e C) ci siamo ritrovati ad effettuare l’esame di Maturità con il Tema di Italiano (giovedì 24 giugno 1993) seguito dal Tema Multidisciplinare (Elettrotecnica e Impianti Elettrici di venerdì 25 giugno 1993). Qualche giorno dopo, giovedì 1 luglio 1993 la visita dei commissari ai laboratori dove abbiamo illustrato i diversi progetti eseguiti: ricordo che avevamo realizzato un carro ponte, un impianto semaforico intelligente di piazza Venezia, un rifasatore automatico e qualcos’altro che non ricordo.

Molti di questi progetti erano per definizione multidisciplinari oltre che di gruppo e richiedevano diverse ore di lavoro e diverse abilità.

Ad esempio per produrre i “circuiti stampati” per il rifasatore automatico e per l’impianto semaforico prima si disegnava su carta millimetrata le diverse tracce, poi il disegno veniva trasferito su un laminato di rame usando un pennarello contenente un inchiostro speciale che faceva si che quando si immergevano le schedine in una soluzione di percloruro ferrico venisse sciolto il rame non coperto dallo speciale inchiostro. Poi occorreva lavare la piastrina e si usava un altro solvente chimico per togliere l’inchiostro del pennarello e lasciare pertanto il rame conduttore in bella vista e soprattutto adatto per collegare elettrivamente tramite lo stagno i componenti ai diversi circuiti. Infine si effettuavano i fori necessari destinati ad ospitare i pin dei vari componenti (transistor, chip, resistenze, condensatori, etc.)

Tanto lavoro ci fu anche nel realizzare “il plastico” dell’impianto semaforico: i semafori erano composti da tre led (rosso, giallo e verde) ma avevamo anche costruito il palo e il porta luci del semaforo usando e ritagliando dei pezzi di allumino, forando una parte per far uscire solo il led…. e poi avevamo realizzato le strade, le strisce pedolani, la rotatoria, gli alberi presenti… peccato che al momento non ho pensato di fotografare tutte queste nostre opere…. ma era il 1993 e la fotografia veniva usata solo per le cose importanti perchè costava il rullino, costava svilupparlo e costava stampare le foto.

Sullo stesso rullino da 24 si scattavano tre foto di un compleanno, quattro foto di un anniversario, sei foto di qualche vacanza e via dicendo. Fotografare i nostri progetti per la maturità non rientrava tra le cose “importanti” da immortalare. Ah certo che se avessi fatto la Maturità nel 2023, di certo con uno smartphone avremmo non solo fotografato l’opera finita ma anche i vari pezzi e passaggi e pure messo tutto online in un social network…
Ritornando all’epoca della mia Maturità vorrei precisare che era ancora quel periodo di tempo in cui il fotografo (professionista….) fissava una data per fare la foto di classe e se c’eri quel giorno comparivi nella foto, altrimenti nulla. Foto alla quale veniva poi sovraimpressa la scritta (usata e riusata perchè era proprio una scritta da sovrapporre alla pellicola al momento della stampa) “ricordo di scuola” seguita dal’anno scolastico.

Una foto quale “ricordo di scuola” per tutto l’anno scolastico. Io ho qualche foto scattata durante qualche gita scolastica, ma solo perchè avevano inventato le macchinette usa e getta o perchè qualche compagno di scuola aveva una delle prime macchine fotografiche (sempre a rullino… siamo in un altra epoca) compatte…. di certo pochi avrebbero dato la macchina fotografica reflex di famiglia ad un ragazzo in gita scolastica col rischio di perderla e/o romperla.

Ma ritorniamo alla Maturità: Il mio orale fu sabato 10 luglio dalle ore 13 alle 14.10. Arrivai a scuola in largo anticipo alle 11 e segui così l’orale di un paio di miei compagni di classe.

Sia agli scritti che all’orale ero tranquillo, ma non perchè mi sentissi o fossi preparato, ma perchè ero ancora vivo e in forze e se fosse andata male la maturità, l’avrei fatta l’anno successivo.

Menefreghista? Fatalista? No, anzi l’esatto contrario: fu una conseguenza di quello che mi era capitato solo qualche settimana prima (nei mesi di aprile e maggio), quando fui colpito da una brutta polmonite con febbre sopra i 40°C che mi fece perdere un intero mese di scuola.

Fui ricoverato in ospedale dover ero bloccato a letto con flebo di antibiotico ventiquattro ore al giorno, talmente debole da non riuscire neppure a studiare. La situazione era grave e in alcuni momenti sembrava senza una via di uscita visto che ero sempre più debole.
Tre settimane erano passate e i medici sembrava non sapessero cosa fare. Vennero a trovarmi compagni di classe e amici e conoscenti perchè si era sparsa la voce del mio ricovero. Finalmente trovarono la cura giusta che fece rapidamente effetto, infatti già dopo la prima e la seconda pillola ero ritornato in forze riuscendo finalmente ad alzarmi dal letto e a camminare in corridoio.

Mi ci volle poi l’intera estate per ritornare alle energie di prima ma fu per questa mia esperienza ospedaliera che affrontai la Maturità non con ansia ma con la gioia di essere guarito e felice di poterla fare e anche di rifarla l’anno successivo se qualcosa andava male.

Qualche giorno dopo l’orale ci comunicarono i risultati: io presi 50/60 un risultato buono che mi invogliò a proseguire gli studi all’università di Ingegneria…. ma questa è un’altra storia che i più curiosi possono trovare nei primi post di questo sito/blog personale.

Un ritaglio del giornale Alto Adige edizione di Trento del 20 luglio 1993
/ 5
Grazie per aver votato!